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La musica che racconta

Concerti

L’incendio del bosco grande, l’ambiente in scena

Opera per orchestra e voce recitante

Lorenzo Subrizi - Compositore e direttore

Monica Pais - Autrice

"La lettura dell'ultimo libro di Monica Pais, intitolato "L'incendio del Bosco Grande", mi ha coinvolto al punto da farmi riflettere su come io, insegnante di pianoforte, possa attivamente contribuire alla salvaguardia dell'ambiente e di tutti gli esseri viventi che lo abitano. Poi ho realizzato che proprio la musica, capace di comunicare emozioni con un linguaggio universale, può farsi interprete dell'importante ed improrogabile messaggio di questo libro. Il direttore della Fondazione Fossano Musica, Gianpiero Brignone, consapevole della necessità di sensibilizzare i giovani verso il mondo che erediteranno, ha pensato di proporre uno spettacolo, con musiche originali scritte da Lorenzo Subrizi, tratto dal racconto dell'autrice e della piccola volpe, eseguito da un'orchestra giovanile con interventi di una voce narrante. La realizzazione dello spettacolo acquisisce così un valore educativo: il raggiungimento della consapevolezza che INSIEME, ognuno con le proprie capacità e peculiarità, si possono fare grandi cose, nella musica come nella vita. È intenzione rappresentare e divulgare il progetto anche nelle scuole, in modo che si crei quell'empatia e complicità tra musicisti e spettatori perlopiù coetanei". Marilù Arnaboldi

"Quale sarà il futuro della musica? Sicuramente la musica sopravvivrà sempre dove c'è passione ma soprattutto dove c'è formazione. A tal proposito in- tendiamo promuovere lo studio e la pratica strumentale nell'ambito delle nuove e future generazioni di musicisti. L’esperienza di anni di lavoro, nell’ambito della formazione musicale, ci porta a rilevare che l’apprendimento condiviso, ossia la realizzazione pra- tica della musica, dallo studio all’esecuzione, fatta in gruppo rappresenta un valore aggiunto riscontrabile sotto molteplici aspetti. In primo luogo quello mo- tivazionale: a fronte di uno studio in solitario, a volte troppo faticoso e demotivante fino all’abbandono, vissuto in una relazione vis-à-vis con il maestro, mi- tizzato spesso nella sua perfezione inarrivabile, il gruppo rende tutto più vivo e vero, la fatica è condi- visa e alleggerita dall’entusiasmo della riuscita e da una buona dose di divertimento, l’armonia delle parti risulta grati- ficante per il cuore e per l’orecchio. Ci sono poi tutti i punti di forza del cooperative learning, di cui non tanto l’orchestra, quan- to il piccolo gruppo musicale o la sezione strumentale potrebbero essere perfetta esplicitazione. Nel gruppo non si realizza sempli- cemente una collaborazione fra pari, mediante la quale si porta a termine un compito aiutandosi vicendevolmente, nell’apprendimento cooperativo c’è un aspetto più importante e profondo, la realizza- zione di qualcosa di bello e buono in maniera del tutto condivisa, in cui il contributo di ciascuno, per quanto di valore, non sarà mai autosufficiente, ma avrà sempre bisogno dell’apporto dell’altro. Così il prodotto finito non potrà in nessun modo essere as- sociato al successo di uno solo, ma dell’intero gruppo. Sentendosi partecipe di una costruzione, il giovane musicista è responsabilizzato in prima persona, è attore integrante e indispensabile, vive il confronto con gli altri in maniera positiva, spinto a migliorare non solo per mostrare di essere all’altezza del ruolo, ma anche per non inficiare la riuscita del gruppo, per aiutare fattivamente e contribuire al successo di una performance. Infine, il progetto qua presentato, offre un sistema tramite il quale i giovani imparano a costruire insieme un nuovo modello di comunità, in cui la scoperta dei propri talenti e delle proprie potenzialità diventi occasione di crescita per tutti.

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