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News e Comunicazioni
Le note che risuonano nel cuore della provincia
08 November 2022

di Francesca Pinaffo

Nel 2024 festeggerà 50 anni di storia, ma non li dimostra, perché è una real- tà in continua evoluzione, proprio come le note sullo spartito, che si susseguono

pagina dopo pagina, pur rimanendo sempre fedeli alla melodia: è la Fondazione Fossano Musica, storico isti- tuto musicale della provincia di Cuneo. Tutto è cominciato nel 1974 a Fossano, con la nascita dell’Istituto civico musicale dedicato a Vittorio Baravalle, compositore nato in città, vissuto tra fine ’800 e inizio ’900. Erano gli anni in cui, in provincia, si sentiva il bisogno di dare vita a nuove scuole civiche per la formazione musicale dei ragazzi, visto che il Conservatorio cuneese non riusciva a soddisfare tutte le richieste. Nello stesso periodo, Giovanni Mosca, fondatore del Baravalle, fu il propulsore della nascita di altri due istituti: l’Adolfo Gandino di Bra e il Lodovico Rocca di Alba. Nel 2011, a seguito di un percorso di evoluzione artistica e sociale, la scuola fossanese venne trasformata in fondazione di diritto privato, grazie alla sinergia tra Comune e Cassa di Risparmio di Fossano: si è aperta così una nuova pagina, in continuità con quella precedente e lo sguardo proiettato verso il futuro. È con lo stesso spirito che oggi la Fondazione lavora ogni giorno per consolidare e ampliare la sua offerta, come spiega il direttore Gianpiero Brignone: «Sono entrato al Baraval- le nell’anno scolastico 1999-2000, per poi proseguire la mia attività nella Fondazione, fino alla nomina a direttore. Oggi la nostra è una realtà piuttosto importante, con circa 1.200 studenti all’anno, un corpo docente formato da 90 insegnanti e 35 diversi indirizzi musicali: questi numeri comprendono anche gli istituti musicali di Bra e di Ceva, che vengono gestiti dalla Fondazione». Nella città degli Acaja, la sede della scuola è un luogo storico: palazzo Burgos, con le sue sale affrescate e gli ampi spazi in cui la musica ha trovato la casa ideale. Negli ultimi anni, l’edificio è stato anche al centro di un importante proget- to di restauro e di valorizzazione: tutte le aule sono state trattate dal punto di vista acustico, così da creare un ambiente didattico idoneo. A partire dal 3 ottobre, gli studenti sono tornati a vivere il palazzo, con l’inizio dell’anno formativo 2022- 2023: «Per noi è un anno speciale: siamo stati inseriti, da parte del Ministero della cultura, nel Fus,

il Fondo unico dello spettacolo», annuncia il direttore. A proposito dell’offerta, se si pensa a un istituto musicale, il pensiero va subito alla musica classica. Ma la realtà della Fondazione Fossano Musica è molto più ampia: «Le nostre proposte si concentrano in quattro macro-aree: la musica classica, la musica moderna, la musica jazz e i percorsi di educazione musicale rivolti ai bambini da zero a dodici anni. Proponiamo anche un corso di inglese per musicisti e cantanti, incentrato sul miglioramento della conoscenza e dell’uso della lingua. Quando ci chiedono a quali età ci rivolgiamo, non abbiamo dubbi: a tutte le persone tra zero e novantanove anni, dagli adulti che desiderano imparare a suonare uno strumento per passione ai giovanissimi che iniziano un percorso proiettato verso un futuro accademico». Ci si può iscrivere ai corsi anche durante l’anno. Per quanto riguarda il metodo, le lezioni individuali sono al centro dell’offerta, ma l’attività d’insieme è da sempre una prerogativa della scuola: «Da soli si possono compiere passi importanti nella conoscenza di uno strumento, ma suonare insieme è un passaggio essenziale della formazione musicale: è il momento in cui si mette a frutto quanto appreso, trovando la giusta motivazione per migliorare». Perché la musica implica impegno e costanza: «Negli ultimi decenni abbiamo assistito a molte evoluzioni. Per esempio, oggi facciamo sempre più i conti con una società basata sull’apparire: da noi arrivano ragazzi motivati dalla voglia di imparare e altri da quella di farsi conoscere da un ipotetico pubblico. Sono due approcci molto diversi, ma entrambi portano giovani ad avvicinarsi al nostro mondo. E il compito di una scuola è quello di far acquisire ad ognuno di loro la giusta consapevolezza. A tal proposito, mi piace soffermarmi su una distinzione: i conservatori sono per chi ha deciso di fare, mentre gli istituti musicali sono per chi ha deciso di provare. La nostra vittoria più grande è quando uno studente passa dal tentativo al vero desiderio di imparare e di raggiungere risultati». Per il direttore della Fondazione è un discorso che vale a prescindere dall’obiettivo finale: «Per chi inizia per ambizione o semplicemente per piacere, è fondamentale comprendere che lo studio della musica è qualcosa di prezioso e unico: suonare uno strumento è matematica in movimento, interpretazione e accordo con gli altri componenti dell’orchestra o del gruppo. È anche gestualità, con movimenti molto specifici: quale altra materia stimola così anti ambiti in contemporanea?». Oltre ai corsi del nuovo anno, la Fondazione Fossano Musica proporrà con l’autunno un ricco calendario di concerti, nelle tre sedi in cui è presente (sul sito Internet di riferimento, saranno disponibili il calendario completo e le modalità di prenotazione). Un impegno costante per la cultura, quello della scuola fossanese, in un periodo storico in cui lavorare per l’insegnamento e la divulgazione non è semplice: «Certo, i prossimi mesi non sono rassicuranti, se pensiamo a questioni critiche come l’aumento delle bollette. Ma mi è capitato tra le mani un articolo della storica banda musicale di Fossano, che a inizio Novecento parlava di difficoltà economiche ingenti con cui fare i conti: chi si occupa di cultura ha sempre affrontato momenti complessi e molto spesso li ha superati. Per questo, siamo speranzosi e continueremo a lavorare con la passione e l’impegno che da sempre ci caratterizzano», conclude Brignone.

 

 

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