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Duo Flauto e Pianoforte, Giorgio Secchi e Marilù Arnaboldi

Concerti

 

“MUSICA e NATURA” - Recital per flauto e pianoforte

Giorgio Secchi, flauto – Mariangela Arnaboldi, pianoforte

La prenotazione on line è attuamente chiusa, i biglietti sono acquistabili il loco a partire dalle 16:30

 

Jules Mouquet, La flûte de pan op. 15

I. Allegro giocoso, “Pan et les bergers”

II. Adagio, “Pan et les oiseaux”

III. Allegro molto vivace, “Pan et le nymphes”

 

Nino Rota, Cinque pezzi facili per flauto e pianoforte

I. La passeggiata di Puccettino

II. Serenata

III. Pavana

IV. La chioccia

V. Il soldatino

 

Fikret Amirov, Sei pezzi per flauto e pianoforte

I. Song of the Ashug

II. Lullaby

III. Dance

IV. In the Azerbaijan Mountains

V. At the Spring

VI. Nocturne

 

Philippe Gaubert, Nocturne et Allegro scherzando

 

Ian Clarke, Deep blue

 

La scelta del tema di questo concerto è stata dettata dalla riflessione sulle tematiche ambientali che oggi hanno acquisito un rilievo fondamentale non solo nei dibattiti degli esperti, ma anche nelle politiche promosse da ogni paese e nella vita di ogni singolo individuo. In un momento in cui la natura maltrattata sembra ribellarsi contro l’uomo per i torti subiti, artisti di tutto il mondo mettono a disposizione la loro arte per lanciare un monito e come simbolo dell’impegno per la difesa dell’ambiente. Il nostro piccolo contributo è rivolgere uno sguardo attento in questa direzione attraverso la musica.

Sono molti i compositori che, nel corso dei secoli, hanno cercato di descrivere la natura e il rapporto dell’uomo con essa attraverso la tavolozza di colori di cui dispongono: i suoni. Da Antonio Vivaldi con “Le quattro stagioni”, a Ludwig van Beethoven con la sua “Sinfonia Pastorale” - per citare due soli tra gli esempi più conosciuti - quella della musica non è certamente una descrizione scientifica. Meglio: è un racconto fatto di emozioni, colori, impressioni. Vi presentiamo in questo programma alcuni dei numerosi brani tratti dal repertorio per flauto e pianoforte che hanno origine, in qualche modo, dall’osservazione della natura e dal tentativo dell’uomo di riprodurla in musica.

 Il concerto si apre con i “Cinque pezzi facili” di Nino Rota, del 1972: si tratta di piccoli quadretti brillanti dalle sonorità molto semplici e genuine, che rimandano alla letteratura per l’infanzia. Il primo brano è “La Passeggiata di Puccettino”, personaggio di una celebra favola di Charles Perrault, conosciuto anche come Pollicino, che si allontana da casa e si inoltra con i fratelli nel bosco. L’andamento “passeggiante” dei due strumenti mima il passo veloce e leggero del minuscolo fanciullo. La “Serenata” è un dialogo divertente tra gli arpeggi veloci e gli accordi ribattuti del pianoforte, e la limpida cantabilità del flauto. La “Pavana”, danza aristocratica molto antica, è una sorta di passeggiata cerimoniale, dal carattere solenne e austero. Con il quarto brano Rota mette in campo tutti gli effetti possibili (acciaccature, note corte e ribattute, l’uso del “frullato”nel flauto) per imitare e descrivere con onomatopee “La chioccia”. L’ultimo brano, “Il soldatino”, evoca nuovamente situazioni di fiaba o di gioco; le movenze squadrate e meccaniche e il passo di marcia suggerito dalla musica fanno pensare a un soldatino giocattolo.

 Si prosegue poi con la Sonata “La flûte de pan” del compositore francese Jules Mouquet. L’opera è caratterizzata da un linguaggio musicale tardo-romantico, influenzato dall’impressionismo. Mouquet fonde armoniosamente musica, natura e mitologia, utilizzando una ricca tavolozza armonica e melodica. Ispirata alla mitologia greca, la sonata si rifà al mito di Pan, il dio dei pastori, dei boschi e della musica pastorale, che suonava il flauto di Pan. La sonata è suddivisa in tre movimenti: il primo, intitolato “Pan et les bergers” (Pan e i pastori), dal carattere brillante e al tempo stesso cantabile, evoca l’immagine del dio Pan che suona il flauto circondato dai pastori. Il secondo, “Pan et les oiseaux” (Pan e gli uccelli), è caratterizzato da alcune parti che imitano il canto degli uccelli, con arpeggi rapidi e trilli, e da altre con una melodia malinconica. Il terzo movimento, “Pan et les nymphes” (Pan e le ninfe), rappresenta Pan che suona per le ninfe danzanti ed è caratterizzato da passaggi veloci e ritmi incalzanti.

La seconda parte del programma prevede i “Sei pezzi per flauto e pianoforte” di Fikret Amirov: si tratta di sei episodi in cui l’autore descrive un viaggio attraverso i paesaggi dell’Azerbaigian, con sonorità che ci rimandano inevitabilmente all’atmosfera esotica di quei paesi. Amirov, musicista originario di Ganja, nel suo percorso compositivo svolge un lavoro di documentazione sulla musica popolare di tradizione, per poi inserire nelle sue composizioni molti degli elementi folkloristici e delle melodie popolari azere che fanno uso di strumenti caratteristici e che portano l’ascoltatore ad assaporare l’essenza di quei luoghi. È considerato il creatore di un nuovo genere musicale chiamato “mugam sinfonico”, basato su brani folkloristici classici, eseguiti da molte famose orchestre sinfoniche di tutto il mondo, come la Houston Symphony Orchestra diretta da Leopold Stokowski. I brani che ascolterete, per flauto e pianoforte, raccontano di storie, paesaggi e situazioni di quelle lontane terre: “Canzone degli Ashuge” (in lingua armena, sono i cantanti – poeti che accompagnano le loro canzoni), “Ninna Nanna”, “Danza”, “Sulle montagne dell’Azerbaigian”, “In primavera” e “Notturno”.

Si prosegue con il “Notturno e allegro scherzando” di Philippe Gaubert, flautista e compositore francese che influenzò fortemente il mondo del flauto. Il brano, pubblicato nel 1906, fu utilizzato come Morceau de Concours per il Conservatorio di Parigi. Il primo movimento, con una melodia tranquilla e dolce nel registro grave del flauto e l’affascinante armonia del pianoforte, descrive - secondo i canoni della musica impressionista di inizio ‘900 - l’atmosfera magica e misteriosa della notte. Il secondo movimento presenta un carattere ritmico e animato di grande virtuosità, inframmezzato da alcuni brevi episodi lirici che richiamano il tema del primo movimento, per giungere ad un finale veloce e dal carattere brillante.

Il concerto si conclude con “Deep blue” di Ian Clarke, flautista e compositore britannico. Composto nel 2012, il brano trae ispirazione dall'oceano e dal canto delle balene. La melodia dolce e serena di “Deep Blue” è arricchita dall’uso di tecniche flautistiche avanzate, come il lip bend (letteralmente “curvatura delle labbra”), che produce piccoli effetti di glissando, e l’impiego di diteggiature alternative che permettono di creare suoni con un’intonazione variabile più piccola del semitono. Unito a queste tecniche particolari, l'accompagnamento del pianoforte, semplice e ipnotico, contribuisce a conferire al brano un’atmosfera unica e suggestiva, che evoca immagini e sensazioni legate all’oceano e alla profondità del mare.

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